Alessandro Botticelli
Equitare è l’unico sport/attività che si fa “insieme” ad un animale.
e questo dovrebbe gia farci riflettere, se poi ci chiediamo quanto desiderio c’è da parte del cavallo di stare con noi allora i dubbi crescono.
Alessandro Botticelli figlio e nipote di due militari (padre e nonno) cavalieri nonché appassionati di animali gli avevano sempre detto “non fare carriera militare e non andare mai a cavallo”, cosi a trent’anni quando gli anziani non c’erano più ha iniziato a frequentare cavalli.
Studia architettura negli stati uniti e per più di 15 anni in qualità di manager segue grandi aziende occupandosi di strategie pubblicitarie, di start-up aziendale, di animazione territoriale e di marketing approfondendo le grandi problematiche della comunicazione e del segno, si interessa di fotografia, grafica e pittura, ottenendo buoni risultati con mostre e riconoscimenti anche internazionali. Contemporaneamente segue un attività equestre nel mondo del salto ostacoli e del completo, nel ’92 inizia per caso a fare un lavoro di “Recupero” con cavalli da corsa nell’ ippodromo di Capannelle.
Dal ’84 al ’97 passa molte estati in Canada nel parco nazionale di Banff e qui incontra Mel Beatty un “uomo del grande Nord” grazie a lui acquista una sensibilità di osservazione e rispetto degli animali, studia principalmente Desmond Morris e E.O. Wilson; legge, incontra, e conosce E. Alleva, R. Hunt, J. Lyons, M. Roberts, B.J. Gentili,
nel 2003 lascia il lavoro di consulente Marketing e si dedica esclusivamente allo studio, all’osservazione e all’addestramento dei cavalli, collabora con la rivista “il mio cavallo” entra nell’associazione Animantia composta da addestratori indipendenti non coercitivi, dalla quale ne esce nel 2005 per creare l’associazione INVASIVO ZERO” e solo in un secondo momento la Scuola Italiana di Equitazione Naturale e comunicazione con il Cavallo “PROGETTO CONSENSO”, ambedue attività designate a fare ponte tra il mondo “dei cavalli” (centri ippici, ippodromi, allevatori) ed il mondo scientifico che al 90% dei casi è slegato dal mondo veterinario.
Oggi collabora con alcuni grandi allevatori italiani di cavalli da completo in qualità di addestratore. E’ Guida e istruttore di Turismo Equestre-Trec di 2° liv. E di monta western di 1°liv. E’ responsabile Nazionale FITETREC-ANTE della SAI Scuola Addestratori Italiana, con la missione di creare un Albo professionale Addestratori e un libro cronologico cavalli addestrati da addestratori Certificati, fa formazione in tutta Italia sulla psicologia del cavallo, sul linguaggio non verbale, etologia applicata e relazionale, e studio del cavallo in natura.
Grandi domande sono ancora davanti a noi……il nostro limite è veramente una barriera linguistica? No. Il problema principale è legato alle carenze nella nostra attuale conoscenza sulla vita degli animali ed in particolare in relazione al ruolo della cultura nell’apprendimento in natura. Inoltre, considerando noi stessi come punto di riferimento, i pregiudizi antropocentrici e la mancanza di interesse che ne derivano ci limitano a comprendere la vera cultura degli animali.
Non è semplice divulgare e sensibilizzare una corretta comunicazione con gli animali, quando siamo noi stessi i primi, come esseri umani, ad avere problemi di comunicazione tra di noi, nella nostra vita quotidiana (ecco perché studiare prima l’uomo D. Morris e poi gli animali). Ma oggi stiamo acquisendo una coscienza che ancora non sappiamo perchè abbiamo sin qui ignorato. Solo ora cominciamo ad imparare e ad aprirci ad un regno di sentimenti che sono al di là della nostra esperienza. L’uomo ha molto da imparare dal mondo animale.
Gli animali non sono degli Alieni, l’uomo è un alieno tutto il resto è in armonia.
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